Gli oftalmologi devono prestare particolare attenzione e prendere le opportune misure di sicurezza quando esaminano i pazienti, soprattutto se si sospetta una positività al nuovo coronavirus (COVID-19). È ciò che si raccomandano gli autori di un editoriale uscito il 2 marzo sul British Journal of Ophthalmology.
Il metodo di trasmissione del nuovo coronavirus da essere umano ad essere umano è tramite il contatto diretto.
Gli autori dell’editoriale parlano di più di 1700 operatori sanitari infettati e di 6 deceduti, incluso un oftalmologo. Riportano in particolare il caso di un operatore sanitario in visita a Wuhan, infettato nonostante indossasse il camice e un respiratore N95. Il primo sintomo del contagio sarebbe stata una congiuntivite bilaterale, seguita da febbre a poche ore di distanza. Da quel momento, le autorità cinesi avrebbero imposto l’uso di maschere protettive per gli occhi in caso di contatto ravvicinato con i pazienti.
Il contagio del COVID-19 sembra avvenire prevalentemente attraverso le vie respiratorie, ma il percorso di trasmissione non è stato ancora del tutto chiarito.
Anche l’OMS si è raccomandata tramite delle linee guida che il personale sanitario in contatto con infetti di COVID-19 indossi delle mascherine per proteggere le vie respiratorie e degli occhiali protettivi per evitare che il virus penetri nelle mucose. Inoltre, si raccomanda di evitare qualsiasi contatto delle mani con occhi, naso e bocca e di lavarei le mani accuratamente e frequentemente.
Sulla base di evidenze per ora soltanto aneddotica, gli autori affermano che la congiuntivite non sia da escludere tra i segni clinici dell’infezione, “in particolare perché sappiamo che un altro coronavirus è riconosciuto come causa, se pure infrequente, di congiuntivite.
Nell’editoriale, si raccomandano dunque che gli oftalmologi prendano in seria considerazione la possibile manifestazione di una congiuntivite virale fra i sintomi di COVID-19. Il consiglio è quello di restare vigili e chiedere ai pazienti direttamente se hanno notato segni e sintomi di congiuntivite prima del manifestarsi dei sintomi respiratori o di altre manifestazioni a livello sistemico.
Gli oftalmologi devono prestare particolare attenzione e proteggersi con occhiali e mascherine a causa della prossimità alle vie respiratorie del paziente nel momento della visita e al potenziale contatto con le lacrime che possono contenere il virus in un paziente infetto.
“Si auspicano studi sulla presenza di COVID-19 nelle lacrime. Lo scraping congiuntivale può essere una metodica valida e può fornire informazioni utili per le attuali strategie di prevenzione della malattia”, concludono gli autori.
Fonte: cite Li J-PO, Lam DSC, Chen Y, et al. Br J Ophthalmol 2020;104:297–298. Published Online First 13 February 2020, doi:10.1136/bjophthalmol-2020-315994